Cosa ci fa luce del mondo, città sul monte? La risposta ci è data con le beatitudini, esse sono le opere buone che Gesù ha in mente (nei capitoli 6 e 7 troviamo i versetti della giustizia del Regno, la cui sintesi è anticipata nelle Beatitudini: mitezza di cuore, fedeltà matrimoniale, sincerità nel parlare, perdono ai nemici, capacità di fare comunità, rispettare gli altri).
Siamo chiamati a risplendere totalmente per far risplendere la gloria del Padre. Nel momento in cui si sale sulla croce, vicini al Signore, possiamo distaccarci dalle situazioni che provocano un distacco da noi stessi e tra noi e il Signore.
Gesù sulla croce è la croce della luce, è un albero di luce; dalla croce Gesù ci mostra la vera luce, il dono totale di sè.
Nel Vangelo di Luca è utilizzata un'espressione per indicare che il crocifisso è così luminoso che nessuno è capace di poterlo incontrare, irradia una luce così forte che realmente dona luce; il crcifisso è un albero pieno di luce.
Questo essere luce del mondo è per la gloria del Padre, non per quella dei discepoli; infatti al cap. 6 v.1 si sottolinea quale deve essere l'intenzione delle opere buone che non devono essere viste: piacere a Dio senza preoccuparsi degli uomini; mentre quelle che devono essere viste (cap. 5 v. 16) sono quelle che si realizzano quando il cristiano vive intimamente il Discorso della montagna e fa frutto nella società; del resto, il frutto interiore irradia inevitabilmente, è il proprio stile di vita che non può restare nascosto.
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