(clicca e ascolta)
Lascia che il mondo vada per la sua strada.
Lascia che l'uomo ritorni alla sua casa.
Lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare spieghi la vela.
Lascia che trovi affetto chi segue il cuore.
Lascia che dall'albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.
E sarai luce per gli uomini
e sarai sale della terra
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2v)
E per questa strada va', va'
e non voltarti indietro, va'. (da capo)
...e non voltarti indietro.
Azione Cattolica Palermo Castelbuono 2010
Il settore Adulti dell'Azione Cattolica di Palermo si ritrova a Castelbuono, presso il Seminario Vescovile in C.da San Guglielmo, in occasione del Campo Scuola 2010, da lunedì 19 a giovedì 22 luglio. Questo Blog è il diario dei giorni di campo.
sabato 24 luglio 2010
...diamo sapore e luce alla nostra vita!!!
Giovanni Paolo II nel 2000, in occasione della giornata mondiale della gioventù ripropose la domanda: Cosa dobbiamo fare per essere sale della terra e luce del mondo? La prima fondamentale vocazione del cristiano è la più alta dignità dell'essere umano, cioè essere in comunione con il Padre. Fin dal suo nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio; siamo creati da Dio e per Dio e il desiderio di Lui è scritto nel nostro cuore: la gloria di Dio è l'uomo vivente. Questa attrazione che Dio esercita su di noi si chiama vocazione. Sse la nostra vocazione è stare con Lui, nel momento in cui scegliamo una strada o un'altra, scegliamo o rifiutiamo Dio; o diamo una risposta a Lui che ci chiama o diamo un rifiuto a Lui che ci invita a seguirLo.
Ciascuno di noi ha una responsabilità davanti al Signore per tutta la propria vita: se è Lui che mi sceglie, è a Lui che devo rispondere. Se sono consapevole che Dio mi ha chiamato e ciononostante non tendo alla perfezione attraverso questa chiamata, allora sono colpevole di non rispondere a questo amore.
Le buone opere annunziano il Vangelo senza usare le parole. La Chiesa dovrebbe essere la comunità alternativa rispetto allo stile di vita proposto/imposto dal mondo ("... stupivano la società perchè ammirati da come si amavano"). La presenza di cristiani autentici è necessaria perchè è un riferimento di valori senza cui il mondo perderebbe il senso, il gusto; è necessario vivere la nostra identità di luce, una vita cristiana autentica è una proposta di senso che vale anche per chi non l'accetta.
Vogliamo vivere intensamente secondo le opere buone per essere sale della terra e luce del mondo.
Ciascuno di noi ha una responsabilità davanti al Signore per tutta la propria vita: se è Lui che mi sceglie, è a Lui che devo rispondere. Se sono consapevole che Dio mi ha chiamato e ciononostante non tendo alla perfezione attraverso questa chiamata, allora sono colpevole di non rispondere a questo amore.
Le buone opere annunziano il Vangelo senza usare le parole. La Chiesa dovrebbe essere la comunità alternativa rispetto allo stile di vita proposto/imposto dal mondo ("... stupivano la società perchè ammirati da come si amavano"). La presenza di cristiani autentici è necessaria perchè è un riferimento di valori senza cui il mondo perderebbe il senso, il gusto; è necessario vivere la nostra identità di luce, una vita cristiana autentica è una proposta di senso che vale anche per chi non l'accetta.
Vogliamo vivere intensamente secondo le opere buone per essere sale della terra e luce del mondo.
Chiamati ad un nuovo stile di vita...
Cosa ci fa luce del mondo, città sul monte? La risposta ci è data con le beatitudini, esse sono le opere buone che Gesù ha in mente (nei capitoli 6 e 7 troviamo i versetti della giustizia del Regno, la cui sintesi è anticipata nelle Beatitudini: mitezza di cuore, fedeltà matrimoniale, sincerità nel parlare, perdono ai nemici, capacità di fare comunità, rispettare gli altri).
Siamo chiamati a risplendere totalmente per far risplendere la gloria del Padre. Nel momento in cui si sale sulla croce, vicini al Signore, possiamo distaccarci dalle situazioni che provocano un distacco da noi stessi e tra noi e il Signore.
Gesù sulla croce è la croce della luce, è un albero di luce; dalla croce Gesù ci mostra la vera luce, il dono totale di sè.
Nel Vangelo di Luca è utilizzata un'espressione per indicare che il crocifisso è così luminoso che nessuno è capace di poterlo incontrare, irradia una luce così forte che realmente dona luce; il crcifisso è un albero pieno di luce.
Questo essere luce del mondo è per la gloria del Padre, non per quella dei discepoli; infatti al cap. 6 v.1 si sottolinea quale deve essere l'intenzione delle opere buone che non devono essere viste: piacere a Dio senza preoccuparsi degli uomini; mentre quelle che devono essere viste (cap. 5 v. 16) sono quelle che si realizzano quando il cristiano vive intimamente il Discorso della montagna e fa frutto nella società; del resto, il frutto interiore irradia inevitabilmente, è il proprio stile di vita che non può restare nascosto.
Siamo chiamati a risplendere totalmente per far risplendere la gloria del Padre. Nel momento in cui si sale sulla croce, vicini al Signore, possiamo distaccarci dalle situazioni che provocano un distacco da noi stessi e tra noi e il Signore.
Gesù sulla croce è la croce della luce, è un albero di luce; dalla croce Gesù ci mostra la vera luce, il dono totale di sè.
Nel Vangelo di Luca è utilizzata un'espressione per indicare che il crocifisso è così luminoso che nessuno è capace di poterlo incontrare, irradia una luce così forte che realmente dona luce; il crcifisso è un albero pieno di luce.
Questo essere luce del mondo è per la gloria del Padre, non per quella dei discepoli; infatti al cap. 6 v.1 si sottolinea quale deve essere l'intenzione delle opere buone che non devono essere viste: piacere a Dio senza preoccuparsi degli uomini; mentre quelle che devono essere viste (cap. 5 v. 16) sono quelle che si realizzano quando il cristiano vive intimamente il Discorso della montagna e fa frutto nella società; del resto, il frutto interiore irradia inevitabilmente, è il proprio stile di vita che non può restare nascosto.
Le buone opere: profumo per i fratelli
Mt. 5, 16 "Vedano le vostre opere buone e rendano grazie al Padre nostro che è nei cieli"
Mt. 6, 1 "Guardatevi dal praticare le vostre opere buone davanti agli uomini per essere ammirati"
Apparentemente siamo davanti ad un contrasto! In un brano Gesù ci parla di opere buone che è necessario gli uomini vedano; nell'altro fa invece riferimento a quelle opere buone che gli uomini non devono vedere. Quali sono allora queste opere buone da rendere evidenti e quali quelle da nascondere? Per capirlo è necessario fare riferimento al contesto del capitolo 6 dove Gesù invita a nascondere le opere buone specificate, cioè le opere di elemosina, di preghiera, di digiuno. Allora vi sono opere buone che gli uomini è necessario che vedano e altre opere buone che gli uomini non devono vedere. Allora il v. 16 è nodale per comprendere cosa significhi essere sale e luce.
Le opere buone definiscono i veri discepoli. Quale interpretazione dobbiamo dunque accogliere? Per gli ebrei ci sono opere specifiche che sono buone: elemosina, carità e preghiera (le "kalà erga" nel testo in greco), per Lutero le opere buone consistono nella predicazione della fede; ma il testo del Vangelo ci proietta oltre un'interpretazione esclusivamente intellettualistica.
Secondo altre interpretazioni i discepoli sono coloro che sono consacrati al Signore, ma in realtà tutti i battezzati sono luce, dunque anche questa sarebbe un'interpretazione parziale.
E' utile confrontare altri passi del Nuovo Testamento in cui si parla di opere buone.
Nella I lettera di Pietro al capitolo 2 v. 12 si legge "La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile perchè mentre vi calunniano come malfattori, a vedere le vostre opere buone giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio. State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore ... perchè operando il bene voi chiudete la bocca all'ignoranza degli stolti".
Quindi "buone opere" sono la condotta morale irreprensibile dei fedeli, sottomessi ad ogni istituzione. Buone opere sono non una retta predicazione, nè una santità di un gruppo di persone, ma la condotta irreprensibile dei fedeli, della comunità, che è pure obbedienza civile e buona condotta di fronte ai pagani.
Le Beatitudini sono le opere buone che Gesù ha in mente.
Mt. 6, 1 "Guardatevi dal praticare le vostre opere buone davanti agli uomini per essere ammirati"
Apparentemente siamo davanti ad un contrasto! In un brano Gesù ci parla di opere buone che è necessario gli uomini vedano; nell'altro fa invece riferimento a quelle opere buone che gli uomini non devono vedere. Quali sono allora queste opere buone da rendere evidenti e quali quelle da nascondere? Per capirlo è necessario fare riferimento al contesto del capitolo 6 dove Gesù invita a nascondere le opere buone specificate, cioè le opere di elemosina, di preghiera, di digiuno. Allora vi sono opere buone che gli uomini è necessario che vedano e altre opere buone che gli uomini non devono vedere. Allora il v. 16 è nodale per comprendere cosa significhi essere sale e luce.
Le opere buone definiscono i veri discepoli. Quale interpretazione dobbiamo dunque accogliere? Per gli ebrei ci sono opere specifiche che sono buone: elemosina, carità e preghiera (le "kalà erga" nel testo in greco), per Lutero le opere buone consistono nella predicazione della fede; ma il testo del Vangelo ci proietta oltre un'interpretazione esclusivamente intellettualistica.
Secondo altre interpretazioni i discepoli sono coloro che sono consacrati al Signore, ma in realtà tutti i battezzati sono luce, dunque anche questa sarebbe un'interpretazione parziale.
E' utile confrontare altri passi del Nuovo Testamento in cui si parla di opere buone.
Nella I lettera di Pietro al capitolo 2 v. 12 si legge "La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile perchè mentre vi calunniano come malfattori, a vedere le vostre opere buone giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio. State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore ... perchè operando il bene voi chiudete la bocca all'ignoranza degli stolti".
Quindi "buone opere" sono la condotta morale irreprensibile dei fedeli, sottomessi ad ogni istituzione. Buone opere sono non una retta predicazione, nè una santità di un gruppo di persone, ma la condotta irreprensibile dei fedeli, della comunità, che è pure obbedienza civile e buona condotta di fronte ai pagani.
Le Beatitudini sono le opere buone che Gesù ha in mente.
Ti adoriamo, Signore!
"Io", vuol dire, - il Signore - ho acceso la luce, ma che resti accesa, sia affidata al vostro impegno, non soltanto per voi stessi, ma anche per coloro che usufruiranno di questo splendore e saranno guidati alla verità.
Le maldicenze non potranno oscurare il vostro fulgore, se voi vivrete con rigore e con quella disposizione di chi deve convertire tutta la terra.
Mostrate dunque una vita degna della grazia, perchè, come questa è annunciata dovunque, così anche quella si accordi con essa.
(Giovanni Crisostomo, Omelie, 15,6)
Le maldicenze non potranno oscurare il vostro fulgore, se voi vivrete con rigore e con quella disposizione di chi deve convertire tutta la terra.
Mostrate dunque una vita degna della grazia, perchè, come questa è annunciata dovunque, così anche quella si accordi con essa.
(Giovanni Crisostomo, Omelie, 15,6)
... e si balla!!!
Cattolici nell'Italia di oggi
Il percorso nazionale verso la settimana sociale ha inteso recuperare un nuovo protagonismo politico (cioè il servizio al bene di tutti nella polis); il Comitato Scientifico ha pensato di proporre un percorso di partecipazione dal basso, per un discernimento condiviso della realtà, dialogando con le diverse forze presenti sul territorio.
Nella Diocesi di Palermo, come in tutte le altre diocesi, si è cercato di attivare degli incontri a livello vicariale, coinvolgendo le parrocchie e le associazioni nella lettura del territorio per capirne i problemi e declinare una proposta (le sollecitazioni raccolte in questi incontri sono state riportate nel documento diocesano). Il frutto di questa elaborazione condivisa è stato un documento preparatorio che sarà l'oggetto di discussione a Reggio Calabria.
La tentazione di arrivare allo spazio pubblico per difendere i nostri valori è forte (in un tempo in cui ci scopriamo minoranza) , lo sforzo è invece quello di avere un pensiero per tutta la società (il bene comune di tutti).
Il Documento preparatorio è un agenda (l'elenco delle cose che si devono fare) per aiutare il paese a riprendere la crescita (che riguarda la capacità di sviluppo delle persone, che - come leggiamo nella Caritas in Veritate - consiste nel fare, conoscere ed avere di più per ESSERE DI PIU'! Un autentico sviluppo integrale di tutto l'uomo e di tutti gli uomini). Riattivare l'economia, quindi, ma un economia che si ricordi dell'uomo (in un tempo in cui da più parti si moltiplicano gli allarmi per la crescita della povertà e l'aggravarsi di una nuova polarizzazione: crescono i poveri a danno della classe media e crescono gli straricchi).
L'Agenda prevede 12 proposte raccolte in 5 parole chiave:
1) INTRAPRENDERE (vedi la Parabola dei talenti), l'imprenditorialità prima di avere un significato professionale ne ha uno umano, il lavoro di per sé è un luogo teologico in cui l'uomo realizza il piano di Dio (CV n. 41);
2) EDUCARE, è più che lavorare per la formazione, è generare spiritualmente l'umanità
3) INCLUDERE NUOVE PRESENZE
4) SLEGARE LA MOBILITA' SOCIALE
5) COMPLETARE LA TRANSIZIONE ISTITUZIONALE
L'Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Palermo ha adottato tre direttrici per orientare la propria azione:
- riattivare gli strumenti di formazione sociale e politica
- lavorare per il lavoro (Progetto Policoro)
- un impegno serio per il governo della città
Non trasformiamo le nostre associazioni in luoghi sicuri dove parlare di argomenti rassicuranti lontani dalla vita!
Celebriamo!
CANTO DI COMUNIONE (clicca e ascolta)
Una luce che rischiara, una lampada che arde,
una voce che proclama la Parola di salvezza.
Procursore nella gioia, precursore nel dolore,
tu che sveli nel perdono, l'annunzio di misericordia.
Tu sarai profeta di salvezza fino ai confini della terra, porterai la mia parola, risplenderai della mia luce.
Forte amico dello Sposo, che gioisci alla sua voce,
tu cammini per il mondo, per precedere il Signore.
Stenderò la mia mano e porrò sulla tua bocca
la potente mia Parola, che convertirà il mondo.
Una luce che rischiara, una lampada che arde,
una voce che proclama la Parola di salvezza.
Procursore nella gioia, precursore nel dolore,
tu che sveli nel perdono, l'annunzio di misericordia.
Tu sarai profeta di salvezza fino ai confini della terra, porterai la mia parola, risplenderai della mia luce.
Forte amico dello Sposo, che gioisci alla sua voce,
tu cammini per il mondo, per precedere il Signore.
Stenderò la mia mano e porrò sulla tua bocca
la potente mia Parola, che convertirà il mondo.
Incontro con Giuseppe Notarstefano, direttore dell'Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Palermo.
La Pastorale sociale ha come luogo prioritario l'impegno dentro il territorio, con l'obiettivo di riattivare l'attenzione alla Dottrina Sociale della Chiesa perché diventi contenuto ordinario della formazione, una formazione aperta e capace di suscitare vocazioni all'impegno politico, affinché le nostre comunità parrocchiali siano luoghi aperti, per consentire a noi laici di impastare la vita con la fede.
L'AC sarà una protagonista importante nell'animazione del sociale di cui la nostra città ha reale bisogno, in un tempo difficile; la città di Palermo sembra scivolare nel nulla, c'è bisogno di vocazioni autentiche all'impegno sociale e politico, radicate nella vita ecclesiale. L'AC in alcune fasi della vita politica ha supplito alla mancanza di quadri dirigenti, offrendosi alla politica, poi la scelta religiosa è stata una scelta di profondità, senza dimenticare l'impegno politico a diversi livelli, con lo stile associativo consueto, sale e lievito, un nascondimento che è non cedere alla tentazione del potere.
Le settimane sociali dei cattolici italiani (la 46° si celebrerà a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010) , nate con lo scopo di difendere la Chiesa in un tempo difficile, hanno costruito percorsi a tutela non degli interessi di una parte ma del bene comune di tutti - nella Caritas in Veritate Papa Benedetto usa l'espressione "il bene di noi tutti" - ( "Bisogna poi tenere in grande considerazione il bene comune. Amare qualcuno è volere il suo bene e adoperarsi efficacemente per esso. Accanto al bene individuale, c'è un bene legato al vivere sociale delle persone: il bene comune. È il bene di quel “noi-tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale" CV 7); il NOI presuppone l'esistenza di una comunità, la società che stiamo costruendo, in cui viviamo da protagonisti; quello che facciamo ha sempre una rilevanza politica e contribuisce a costruire una comunità.
La 46° settimana sociale dei cattolici italiani si apre in una stagione di vita ecclesiale piuttosto povera, caratterizzata da un paradosso: mentre i laici affievoliscono la loro voce, la gerarchia ecclesiastica è intervenuta pesantemente sulla cosa pubblica; è mancata una voce del laicato capace di tradurre le visioni in proposte, in strategie, i laici hanno parlato poco.
Meditatio
Per la riflessione...
1. Quali sono le schiavitù del peccato che ancora oggi mi impediscono di essere libero?
2. I Magi si sono lasciati guidare dalla luce della stella (cf Mt 2,1 - 12), su quali orme pongo i miei piedi?
3. Il Signore mi ha rivestito delle vesti diella salvezza, essere luce è la mia identità, in quali occasioni sono propenso a nascondermi?
Rivestito della luce, conquista il mondo con la tua bellezza
Cosa è la bellezza se non la gloria di Dio, che risplende nella creazione?! E' Dio che vive anche nell'uomo, è la santità, è perdersi in un atto di amore. Dio ha voluto la bellezza come principio di tutte le sue opere, l'uomo allora può tendere alla bellezza come fine suo ultimo, è un'attività che inizia e termina nella contemplazione.
Mt 5: la lucerna viene posta in alto affinché la luce raggiunga tutta la stanza, è una luce per tutti, se non è per tutti non ha senso che sia luce.
Is. 60, 1 - 4 "Alzati rivestiti di luce perché viene la tua luce ..."
Ef. 5, 8-14 "Se un tempo eravate tenebra ora siete luce nel Signore, comportatevi come figli della luce ... un vita diversa da quella che vivono i figli della notte"
Rm 13, 12 ss "Testimoniate con la vostra vita la fonte di luce che guida i vostri passi"
Noi siamo vestiti di Cristo
Il rito esplicativo del battesimo: la consegna della veste bianca, ci veste e non siamo più nudi (Gen. 3,6 Adamo caduto nel peccato si è ritrovato nudo, non è più protetto, ha perso la grazia, è alla mercé del peccato, non ha più la dignità di figlio di Dio, creato da Dio). Nella parabola del buon samaritano c'è un uomo che scendeva da Gerusalemme (luogo dell'incontro con Dio) verso Gerico, nel momento in cui si allontana da Dio, incappa nei briganti che lo lasciano nudo.
Cristo copre la nostra nudità, sale verso Gerusalemme, porta con sé sulla croce la nostra nudità e ci riveste della vita nuova; Cristo accoglie la nostra nudità, la porta con sé e sconfigge il maligno proprio sulla croce, ridonandoci la veste battesimale (S. Paolo: "Vi siete rivestiti di Cristo").
La consegna del vestito all'interno del rito del Battesimo (come anche all'interno del rito dell'Ordine) significa che il vestito partecipa della corporeità; nell'evento della trasfigurazione il volto di Gesù cambiò di aspetto e le Sue vesti divennero candide.
"Quelli che sono vestiti di bianco chi sono?" (Apocalisse Cap. 7 vv 9,13-14) Sono coloro che sono passati attraverso la tribolazione grande e hanno lavato le loro vesti rendendole candide con il sangue dell'agnello.
Cosa è la tribolazione grande? Non la mia tribolazione ma la tribolazione di Cristo; sono passati attraverso essa al punto di manifestare la loro identità, è un cambiamento ontologico, radicale (ecco perché soltanto in due sacramenti si indossa la veste, perché in essi avviene un cambiamento ontologico, il battezzato diviene figlio di Dio e allo stesso modo c'è un cambiamento ontologico nell'ordinazione sacerdotale).
Se siamo simili a Cristo (che è la luce) allora la nostra identità è la luce. Ecco perché Gesù ci dice Voi siete la luce del mondo, Lui ci ha trasformato ontologicamente, la nostra identità è la luce! E' un evento ontologico, la trasformazione totale dell'essere.
Se io sono luce non posso restare restare nascosto, sarebbe contro la mia identità.
Dio si rivela attraverso il mistero; Simeone Nuovo Teologo afferma che si deve entrare progressivamente in questo mistero che è la rivelazione di Dio, è un'illuminazione divina che dal Battesimo cresce sempre più fino a vivere la santità, una luce che risplende nelle tenebre"; questa luce è Cristo, ma lo sono anch'io. E' un'infusione di grazia che cresce fino a trasformarci.
Riprendiamo la lectio. Liberi da...
Quando un uomo è veramente libero?
Libertà è essere privi di costrizioni esterne (persone, situazioni) o interne (carattere, complessi, crisi, sensi di colpa).
Libertà è fare quello che ci piace.
Per S. Tommaso la vera libertà è la libertà dalla schiavitù del peccato; la vera libertà è la libertà di amare.
Libertà è essere privi di costrizioni esterne (persone, situazioni) o interne (carattere, complessi, crisi, sensi di colpa).
Libertà è fare quello che ci piace.
Per S. Tommaso la vera libertà è la libertà dalla schiavitù del peccato; la vera libertà è la libertà di amare.
"Voi siete il sale della terra"
Dicendo "Voi siete il sale della terra", ha mostrato che tutta la natura umana era insipida e imputridita dai peccati. Perciò esige da loro queste virtù che soprattutto sono necessarie ed utili per prendersi cura della moltitudine. Infatti chi è mite, moderato, misericordioso, giusto, non racchiude in sè le opere buone, ma fa in modo che quelle belle fonti si riversino per l'utilità degli altri.
(Giovanni Crisostomo, Omelie, 15,6)
(Giovanni Crisostomo, Omelie, 15,6)
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